Infatti, i bambini che hanno avuto, per un certo numero di anni, un compagno immaginario vengono coinvolti in giochi di ruolo piuttosto complessi e il coinvolgimento in giochi di ruolo è risultato positivamente correlato allo sviluppo di comprensione sociale ossia la capacità di assumere la prospettiva di un altro.
Non solo. I bambini con un amico immaginario sono risultati meno timidi, con maggiori capacità comunicative e capaci di mettere in atto soluzioni alternative a situazioni note e non. I compagni immaginari possono essere di due tipi: quelli che hanno come base un giocattolo o un pupazzo che il bambino ha (e la funzione è molto diversa da quella dell'oggetto transizionale che funge da sicurezza in momenti di separazione o lontananza dal genitore) e quelli inventati. Fra i compagni immaginari inventati, i più frequenti sono bambini della stessa età e dello stesso sesso ma magari con caratteristiche o poteri speciali, animali magici, o supereroi.
Ci sono anche bambini, vecchi millenari e moltissime altre creazioni originalissime dal momento che le caratteristiche attribuite al compagno immaginario dipendono dalla storia e dalla fantasia di ogni singolo bambino. La scelta di Mowgli potrebbe essere legata a una predilezione per le avventure del "Il libro della giungla".
E come mai il compagno immaginario è un figlio? Mi viene da pensare al desiderio di avere un fratellino più piccolo con cui giocare, condividere le giornate, a cui attribuire le monellerie, con cui confidarsi. Il gioco dei ruoli con la mamma mi sembra invece un giocare a mamma e figlio utilizzando personaggi reali. Mi spiego meglio: a quell'età è molto comune che i bambini e le bambine giochino per finta ad avere figli (i bambolotti, i pupazzi, ecc.) e a fare i genitori. In questo caso il suo bambino gioca a fare il papà della sua mamma.
Quanto tempo dura un compagno immaginario? A volte, anche quattro o cinque anni. Diciamo finché il bambino ne sente il bisogno. Un'altra cosa importante e caratteristica dei compagni immaginari è che i bambini, anche mentre parlano, giocano e viaggiano con loro, non perdono mai il contatto con realtà. I bambini sanno che in realtà non esistono. Un ultimo suggerimento.
Condividete con il bambino il suo compagno immaginario magari chiedendogli un po' di notizie e facendosi spiegare dettagli sui viaggi, sulle confidenze e così via. Può essere un viaggio molto divertente e si possono scoprire tante cose sui propri bambini."
...E' se non fosse " un amico immaginario....."???!?? E' solo "immaginario" perchè noi adulti non lo vediamo???
Chissà..... con mia figlia non è ancora capitato.... però io sono una che crede che ci possano essere spiriti guida e angeli custodi che ci stanno accanto in determinati periodi della nostra vita e quindi non sarebbe un "problema"... sicuramente vorrò approfittare di questa occasione per avere più informazioni possibili da mia figlia... per conoscerla e capirla meglio.... Potrebbe anche essere "immaginario" perchè in quel momento lei ha bisogno di una determinata cosa e solo con l'immaginazione riesce ad affrontarla e ottenerla.... Mah :/
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